- 7 Febbraio 2023
- Posted by: Twissen
- Categoria: Destinazioni

Twissen collabora con SL&A nel proporre aggiornamenti costanti sul turismo nell’era-Covid. La Newsletter di SL&A elabora previsioni basate su dati, studi e ricerche affidabili. Le opinioni, per quanto importanti vengono lasciate ai nostri lettori: decisori, manager, operatori e professionisti del settore.
1 febbraio. LE GUERRE DETTANO LO “SCONSIGLIO” PER I VIAGGI. Alla luce della situazione internazionale e delle analisi geopolitiche, Roberto Gentile su TTG traccia una mappa ben poco rassicurante per chi organizza l’outgoing: “se Ucraina, Russia e Bielorussia sono ovviamente da evitare come il fuoco, tutta l’Europa dell’Est (l’ex Patto di Varsavia, per semplificare) risulta ben poco attrattiva”. Nel Mediterraneo, la Libia è nel caos e i Paesi del Maghreb (Tunisia in primis) sempre sull’orlo di qualcosa. In Medio Oriente Siria, Iran, Iraq e Afghanistan sono mete solo per coraggiosi o incoscienti. In Estremo Oriente Taiwan -al centro della tensione tra Cina e USA – non è una destinazione turistica, e Hong Kong non lo è più come prima; la Cina ha riaperto al turismo ma – causa Covid – non è in cima ai pensieri di noi europei; la situazione in Myanmar (ex Birmania) è tragica e anche l’India, della quale si parla poco, non vive il suo periodo più sereno: rimane il paese del Mondo con più attentati. In Africa, il Sahel (ovvero la fascia di territorio subsahariano che va dall’Oceano Atlantico a ovest fino al Mar Rosso a est e al Corno d’Africa) è una polveriera. Nel continente americano, il Messico è alle prese con narcotraffico e clandestini ed è ormai uno dei Paesi più pericolosi al mondo. Il Perù è sostanzialmente in guerra civile, e anche il Brasile non se la passa molto bene.
30 gennaio. ANCHE NEL TERZIARIO I ROBOT ELIMINANO LAVORO? Secondo Truenumbers uno dei settori in cui l’occupazione è stata più fortemente colpita dalle strategie aziendali e dalle tecnologie è il credito: negli ultimi 10 anni si sono persi novantamila dipendenti bancari in Italia, un quarto del totale. E’ una tendenza che riguarda anche l’Europa (-17% nel decennio 2008-2017) e gli Stati Uniti (-15,2%). E’ l’effetto delle fusioni tra banche, ma molto incide anche la rivoluzione digitale e la diffusione dell’home banking. La possibilità di utilizzare i servizi dal proprio computer ha provocato un forte calo delle persone che si recano agli sportelli fisici. Anche nel caso di acquisizioni ed accorpamenti aziendali il risultato occupazionale è fortemente negativo, provocando la chiusura di sportelli, ed “esuberi” che superano largamente le nuove assunzioni. Interessante notare che a questo si accompagna un netto aumento delle retribuzioni e, forse ovviamente, della produttività. Il lavoro infatti viene quasi obbligatoriamente “spinto verso l’alto”, per qualifiche, mansioni, intelligenza incorporata. Nel turismo questa tendenza non ha avuto gli stessi effetti se non, parzialmente, nell’organizzazione e intermediazione, in cui la comparsa delle Online Travel Agencies ha sconvolto il quadro del mercato per quanto riguarda l’informazione e la prenotazione, ma ha solo relativamente scalfito il “nocciolo duro” dell’alloggio e della ristorazione, in cui il lavoro di contatto con l’ospite rimane determinante anche nel definire la qualità del servizio erogato e la soddisfazione percepita dal cliente.
28 gennaio. STILI DI VITA E ALIMENTAZIONE AD ALTA QUOTA. TurismoItaliaNews riporta un dato eclatante: la compagnia aerea Emirates ha rilevato un aumento del 154% dei pasti vegani serviti a bordo tra il 2021 e il 2022, con oltre 280.000 pasti a base vegetale consumati nell’ultimo anno. Attualmente Emirates offre più di 180 ricette per i passeggeri vegani o per coloro che cercano un pasto salutare a bordo. Inizialmente, i requisiti vegani erano focalizzati su rotte specifiche come Addis Abeba, dove questi pasti sono richiesti in determinati periodi dell’anno da coloro che praticano la fede ortodossa etiope, o nel subcontinente indiano, dove più fedi incoraggiano una dieta a base vegetale. Negli ultimi anni, tuttavia, i piatti vegani hanno rapidamente guadagnato popolarità anche sulle rotte statunitensi, australiane, europee e britanniche, con Emirates che ha constatato un notevole aumento dell’interesse. Le rotte che mostrano un recente crescente interesse per i pasti vegani includono Beirut, Il Cairo e Taiwan. E’ un segnale molto forte per chi si occupa di ristorazione, visto che anche in Italia la tendenza è un crescita e si contano circa 2 milioni di vegetariani e vegani, mentre la riduzione del consumo di carne riguarda ormai oltre un terzo dei consumatori.
20 gennaio. L’ANNO NERO DELLE AZIENDE TECNOLOGICHE. In un mercato del lavoro estremamente dinamico come quello americano, in cui il 79% di quanti hanno perso il lavoro nel 2022 ne hanno trovato un altro immediatamente, spicca il caso delle grandi imprese hi-tech, che hanno licenziato nello stesso anno almeno 150 mila lavoratori. Lo riferisce Loretta Napoleoni su Il Venerdì: oltre al caso Meta (-11 mila), anche Amazon ha mandato a casa 10 mila persone, e in generale licenziano le aziende che hanno business legati ai beni di consumo, alle vendite al dettaglio, alla sanità e all’istruzione. “Rara avis” il turismo e i viaggi, che nel 2022 hanno registrato il numero di espulsioni lavorative più basso di tutto l’ambito tecnologico.
16 gennaio. ITALIANI SCATENATI PER LE PROSSIME VACANZE. Secondo la ricerca sui trend di viaggio effettuata da Marriott Bonvoy, che ha analizzato i programmi di viaggio in Europa e Medio Oriente di 14.000 viaggiatori per il 2023, la maggior parte di loro (87%) prevede di viaggiare, e oltre 4 italiani su 10 (44%) hanno in programma di farlo di più rispetto al 2022. I risultati dimostrano un incredibile ritorno di fiducia degli italiani quando si tratta di prenotare le vacanze con largo anticipo. In ottobre 2022, le prenotazioni dall’Italia, con un anticipo di 61-180 giorni, sono aumentate del 133% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In novembre, l’aumento era del 159%. Le vacanze all’insegna del benessere costituiranno la modalità preferita dagli italiani (63%) nel 2023. Di questi, il 53% dice di essere diventato più consapevole del proprio benessere, il 40% dice di avere bisogno di una pausa dalla vita di tutti i giorni e il 47% non vuole tornare da una vacanza più stanco di quando è partito. Anche la sostenibilità è un fattore chiave, almeno a parole: il 70% degli intervistati afferma che l’attenzione per l’ambiente ora ha un certo impatto sui loro viaggi. Più di un terzo (35%) dichiara di essere consapevole dell’impatto ambientale delle proprie vacanze, e afferma che i fattori ambientali definiranno i propri viaggi, anche nella scelta di aziende che hanno un impatto ambientale positivo. Il 65% dei viaggiatori italiani prevede di trascorrere le vacanze in Italia, nel 2023. Anche le destinazioni vicine saranno molto richieste: la Spagna è tra le preferite (23%), seguita da Francia (13%), Grecia (12%) e Portogallo (8%).
12 gennaio. EGITTO E TUNISIA TRA POVERTA’ LAVORATIVA, TENSIONI SOCIALI ED EMIGRAZIONE. Emilio Sacerdoti su LaVoce traccia un quadro drammatico di due paesi che a torto qualcuno in Italia continua a ritenere nostri competitors nel turismo. Questi paesi sono in testa alle classifiche dei richiedenti asilo nel nostro Paese. L’Egitto continua ad avere un tasso di crescita della popolazione elevato e ha raggiunto i 100 milioni di abitanti. Il reddito medio in termini reali, secondo le indagini sulle famiglie, mostra una flessione del 9 per cento fra il 2012 e il 2018. Il tasso di occupazione è calato da un picco del 47 per cento nel 2008 al 39 per cento nel 2019, uno dei più bassi nel Mondo. Il 63 per cento delle persone occupate lavora nel settore informale, senza contratti o copertura sociale. In Tunisia il tasso di crescita del Pil e del Pil pro-capite è rallentato dopo il 2010, con una forte flessione nel 2020 (9,4 per cento), che riflette l’interruzione dei flussi turistici. Con la grave crisi del 2020 la disoccupazione totale è salita al 17.4 per cento a fine anno. La mancanza di occupazione è particolarmente acuta per i giovani, il tasso di disoccupazione per i laureati universitari è salito dal 14,1 per cento nel 2005 al 27 per cento nel 2019 e si è aggravato con la crisi del 2020. La percentuale dei giovani che lavorano nel settore informale, senza protezione sociale, è passata dal 33 per cento nel 2013 al 42 per cento nel 2019.