- 25 Giugno 2017
- Posted by: Twissen
- Categoria: Destinazioni
Sono sempre più numerosi gli esempi di città europee che nel corso di quest’anno hanno manifestato problematiche relative all’alto numero di turisti e visitatori, e alla gestione degli stessi.
Abbiamo già scritto in precedenza sull’argomento, ma durante la stagione primaverile appena trascorsa il tema del sovraffollamento turistico ha coinvolto altre città, tra cui Madrid, la capitale spagnola meta del World Pride 2017. In queste città, sono i residenti a mobilizzarsi con scritte, cartelli ed ora manifestazioni, come quella organizzata a Venezia a cavallo tra giugno e luglio, ultima di una serie che ha visto anche i residenti protestare con dei passeggini lungo le calli, puntando l’attenzione sulla relazione tra il calo di abitanti a causa del sovraffollamento turistico e la diminuzione delle nascite.
Quindi, da Barcellona a Venezia, passando per Amsterdam e Palma di Mallorca, si sente sempre più spesso pronunciare la parola turismofobia, sottolineando quanto in alcune destinazioni, il rapporto tra residenti e turisti sia stressato o, per lo meno, mal percepito.
Ma quali sono le azioni che possono essere attuate per poter decongestionare le mete più popolari, anche a favore di destinazioni minori che potrebbero beneficiarne? Il ticket d’entrata è uno degli strumenti più spesso nominati, soprattutto se riferito a Venezia, assieme al numero chiuso, ovvero non permettere l’entrata alla città oltre una certa quantità di turisti. La discussione su queste soluzioni infiamma tutti gli attori locali e non, ma raramente arriva concretamente a dei risultati o per lo meno a degli orientamenti. Itinerari alternativi da offrire a tour operator alla ricerca di prodotti innovativi o di percorsi off-the-beaten-track assieme a piani di gestione di flussi turistici sono tra le proposte più popolari, ma che spesso, proprio dove servono, non vengono attuate. Se in molti casi è il comportamento di singoli che infiamma l’insostenibilità della convivenza, come nel caso dei turisti che volevano fare surf nel Canal Grande a Venezia, si registra che i turisti sono sempre più sensibili ai temi della sostenibilità anche al di fuori dei segmenti di domanda altospendenti.
Pertanto, non è bizzarro pensare che il turista potrebbe essere proprio il migliore alleato per salvare le destinazioni dal sovraffollamento e dall’insostenibilità del sistema turistico.
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